lunedì 26 dicembre 2011

LoadScout: come sapere realmente cosa scarichiamo PRIMA di scaricarlo!

Oggi riprendo a scrivere per segnalare un altro tool che ho scoperto da poco e che vi potrà dare una gran mano nella giungla quotidiana del web XD
Sto parlando di LoadScout, programma che potrete scaricare liberamente (dal 2009 è Freeware infatti!) dal suo sito ufficiale all'indirizzo http://www.loadscout.com/.
Detto in 2 parole, in pratica tramite questo programma potremo "analizzare" qualsiasi file ONLINE raccogliendo una miriade di informazioni utili senza doverlo scaricare!

Nello specifico tramite questo programma potremo:
  • Ottenere le informazioni su file multimediali presenti sul Web come MP3, AVI, ecc.. ossia potremo avere accesso ai TAG ancor prima di scaricare i file, scoprendo quindi Autore, Titolo, Album, Bitrate, Qualità, ecc... ecc...
  • Scaricare delle anteprime (di lunghezza prescelta) di video e anche di brani musicali in modo da poter essere sicuri che quello che scarichiamo sia realmente vero e non mascherato sotto falsi nomi!
  • Navigare all'interno degli archivi (ZIP, RAR, ecc...) per vederne il contenuto reale ancora prima di scaricarli!
  • Estrarre (e scaricare) soltanto ALCUNI dei file presenti negli archivi (ZIP, RAR, ecc...) senza dover scaricare tutto l'archivio!
  • Per i più svogliati potremo avere inoltre l'integrazione con Internet Explorer in modo da avere dei comandi di richiamo alle funzioni del programma direttamente nel menù contestuale.
Inoltre, cosa importante, il programma supporta sia il protocollo HTTP che quello FTP e inoltre permette di accedere anche a file protetti da password (tramite ovviamente l'inserimento della stessa!).
Infine da segnalare anche che nonostante il programma sia solo per Windows funziona perfettamente anche sotto Linux grazie a Wine.

Insomma un ottimo programma per poter controllare che quello che si ha intenzione di scaricare corrisponda realmente a ciò che cerchiamo prima di sprecare tempo prezioso nello scaricarlo inutilmente :)

lunedì 31 ottobre 2011

PS3: utilizzare savedata di altre console

In questa miniguida vi insegnerò come utilizzare i savedata di altre console (che potete scaricare da Internet o farveli passare da qualche amico) sulla vostra PS3 per i vostri giochi. Molto utile quindi se volete riprendere partite da savedata effettuati su altre console, oppure superare dei punti difficili che non siete mai riusciti a superare con le vostre forze, o ancora ottenere bonus o percentuali di completamento di gioco senza dover spendere ore e ore incollati davanti allo schermo della vostra TV.
La guida sarà molto schematica, per risultare il più facile possibile.
  1. Scaricate il savedata da Internet e, se è in un archivio compresso (7z, ZIP, RAR, ecc...) scompattatelo sul vostro PC.
    Dovreste quindi ottenere una cartella chiamata con l'ID del gioco a cui appartiene il savedata (qualcosa del genere BLES12345-GIOCOBLABLA) al cui interno ci sono vari file corrispondente ai dati salvati più i soliti PARAM.SFO e ICONx.PNG.
  2. Adesso prendete una qualsiasi periferica USB (una pendrive, un Hard Disk, ecc...) e collegatelo al vostro PC.
  3. Assicuratevi che sia formattata con File System FAT32 (di solito quando le comprate son già così, quindi se non ce lo avete cambiato voi il File System allora son già buone)
  4. Create all'interno della periferica USB prescelta una cartella intitolata PS3 (mi raccomando è importante che sia tutta in MAIUSCOLO).
  5. All'interno della cartella appena create, createne un'altra intitolata SAVEDATA (sempre tutta in MAIUSCOLO mi raccomando!). In questo modo avrete creato il percorso /PS3/SAVEDATA/
  6. Adesso copiate la cartella del savedata che avete scaricato (quella chiamata BLES12345-GIOCOBLABLA nell'esempio sopra) all'interno della periferica USB inserendola nel percorso appena creato (quindi in /PS3/SAVEDATA/) in modo da avere alla fine il percorso /PS3/SAVEDATA/BLES12345-GIOCOBLABLA/ con tutti i file relativi al savedata dentro.
  7. Ora inserite la periferica USB in una delle porte USB della vostra PS3
  8. Dalla XMB (il menù principale della PS3) andate sull'icona Gioco quindi scegliete il sottomenù Utilità dei Dati Salvati
  9. Ora selezionate la voce relativa alla periferica USB inserita (dovrebbe chiamarsi Dispositivo USB (BLA BLA)).
    Vi apparirà l'elenco dei savedata riconosciuti nella vostra periferica USB (se non compare nulla significa che avete sbagliato a creare le cartelle su indicate).
  10. Andate sul savedata che volete usare e premete il tasto triangolo (triangolo). Nel menù laterale che apparirà scegliete quindi la voce Copia. Qualora presente già un savedata per quel gioco vi verrà eventualmente chiesto se volete sovrascriverlo: ovviamente date l'OK ma solo se volete effettivamente cancellare il savedata che avete sulla vostra PS3.
Tutto qui, adesso avete il vostro savedata "installato" sulla vostra PS3 e pronto da essere riconosciuto e caricato dal vostro gioco ;)

venerdì 14 ottobre 2011

Linux: installare la versione Nightly di jDownloader

A volte potrebbe essere necessario installare la versione Nightly di jDownloader, che a differenza di quella normale contiene tutti i più recenti aggiornamenti del programma poiché è una versione in pieno sviluppo. Questo significa che potrete provare in anteprima tutte le novità introdotte e avere il supporto più ampio a tanti nuovi host (qualcuno ha detto Real Debrid? XD). Ovviamente però, essendo una versione ancora in pieno sviluppo, aspettatevi di trovare anche parecchi bug sparsi qui e là e magari una instabilità generale che potrebbe causare qualche errore e crash di tanto in tanto.
Quindi, se siete consapevoli a cosa andate incontro, vediamo teoricamente come installarla in 3 semplici passi:
  1. Scaricate la versione normale (per Linux ovviamente) dal sito ufficiale
  2. Scompattate il file ZIP appena scaricato in qualsiasi cartella del vostro PC e entrateci col terminale.
  3. Adesso, sempre da terminale, avviate l'aggiornamento alla Nightly
Per fare tutto da terminale in maniera semplice basta dare in sequenza (ovviamente dovete però avere già installati i programmi wget, unzip e java!):
wget http://94.23.204.158/JDownloader.zip
unzip JDownloader.zip
cd JDownloader
java -jar jdupdate.jar -branch NIGHTLY
Tutto qui, attendete che l'aggiornamento si compia e d'ora in poi avrete jDownloader versione Nightly :)

P.s.: se mai dovesse capitarvi di voler tornare alla versione "classica", basterà resettare il branch semplicemente dando un:
java -jar jdupdate.jar -branch reset
sempre nella cartella dove avete scaricato in precedenza jDownloader ;)

sabato 8 ottobre 2011

Showtime: visualizzare i video > 4GB senza bisogno del supporto NTFS

In questa guida vi mostrerò un metodo alternativo all'utilizzo del NTFS (il cui supporto purtroppo non c'è ancora) per visualizzare i video maggiori di 4 GB con Showtime su PS3.
Ovviamente una scelta sarebbe quella di copiare (tramite File Manager o server FTP) il video direttamente nell'HDD interno della PS3 che, come penso sappiate tutti, non ha limitazioni di grandezza dei file. Ma tale soluzione potrebbe non essere ben accetta da molti, in quanto non tutti hanno HDD interni molto capienti o magari invece vogliono dedicare il loro spazio a backup e giochi PSN invece dei video.
Per tali ragioni vi propongo questa guida che vi permetterà di utilizzare qualsiasi HDD esterno o Pendrive USB formattata in Fat32. Il trucco consiste nello splittare il file comprimendolo (per modo di dire, poi capirete perché) in RAR. Showtime infatti supporta la lettura dai file RAR (a patto che non ci sia compressione!) come fossero una normalissima cartella. Il che vuol dire che il RAR può anche essere suddiviso in 20 mila parti, Showtime lo visualizzerà sempre come file unico. Una bella comodità, no? Inoltre in questo modo il video potrà essere inserito in qualsiasi penna o HDD USB e questo metodo supporta anche i sottotitoli SRT esterni!

Ma passiamo subito all'azione :)
Per creare file splittati compatibili con Showtime basta usare WinRar, selezionare i file (che possono essere MKV + SRT o anche altri formati), cliccare col destro e scegliere la voce Aggiungi ad un archivio come da figura:


ATTENZIONE: dovete selezionare i file e aggiungerli all'archivio, NON selezionate la cartella che li contiene! Dovete selezionare direttamente i file uno per uno, altrimenti, se comprimete la cartella che li contiene, il video non verrà poi letto da Showtime.

Una volta fatto, dalla finestrella che comparirà dovete assicurarvi che la impostazioni nel qui sotto riquadro rosso siano settate come da figura:


Assicuratevi quindi che sia un archivio RAR, che la modalità di compressione sia nulla, ossia sia impostata su Memorizzazione e che la divisione in volumi sia settata su un qualunque valore minore di 4GB.

A processo concluso (ci impiegherà davvero pochi istanti, visto che NON avviene compressione ma solo splittaggio del file) copiate tutte le parti risultanti su un HDD formattato in Fat (o Fat32) e vedrete che, una volta collegato alla PS3, Showtime lo riconoscerà come il file video al suo interno e, qualora presenti, caricherà anche i sottotitoli allegati! :D

Nota finale: molti di voi chiederanno a che pro usare questo metodo, tanto vale splittare l'MKV in varie parti con tool appositi. Beh, la differenza è che in quel caso Showtime vi visualizzerebbe tutte le parti divise e quindi per vedere il film completo dovrete avviare manualmente ogni volta ogni singola parte. Usando invece questo metodo del RAR Showtime vi visualizzerà un file unico che una volta avviato vi farà vedere tutto il film completo! Inoltre, come più volte ripetuto in questa guida, col metodo del RAR potrete anche inserire dei sottotitoli esterni.

lunedì 12 settembre 2011

Archlinux: mantenere sempre sincronizzato l'orario

Vediamo adesso come poter mantenere sempre sincronizzato l'orario del proprio Archlinux con i server online in modo che non perda mai nemmeno 1 secondo o che manchi un cambio d'ora solare/legale.
Innanzitutto installiamo ntp con un semplice:
sudo pacman -S ntp
Adesso controlliamo che abbiamo settato le impostazioni del nostro PC per bene e aggiungiamo il demone ntpd. Per farlo editiamo il file /etc/rc.conf con il nostro editor di testo preferito (ad esempio io userò gedit):
sudo gedit /etc/rc.conf
Assicuriamoci che nel file sia impostata la voce HARDWARECLOCK su UTC e TIMEZONE su Europe/Rome come da esempio:
...
LOCALE="it_IT.UTF-8"
HARDWARECLOCK="UTC"
TIMEZONE="Europe/Rome"
KEYMAP="it"
...
Se è già così impostato allora bene, altrimenti facciamo le dovute modifiche. Ora cerchiamo la voce DAEMONS ed aggiungiamo nptd in modo da ottenere come nell'esempio seguente:
DAEMONS=(... ntpd ...)
Salviamo i cambiamenti al file e chiudiamolo.

Riavviamo quindi il PC e il gioco è fatto! Adesso il nostro orario rimarrà sincronizzato con il famoso server online di pool.ntp.org

venerdì 2 settembre 2011

Archlinux: proteggere la propria password utente con SHA512 invece dell'MD5

Nelle distribuzioni Linux di solito le password di login degli utenti vengono salvate su un file criptate con la crittografia MD5. Ora, non voglio dire che l'MD5 sia insicuro, per carità, ma penso concorderete con me sul fatto che SHA512 sia un algoritmo decisamente più sicuro, visti anche gli ultimi casi di vulnerabilità al "cracking" dell'MD5 tramite il metodo di "collisione" (Collision Attack).
Se siete maniaci della sicurezza vediamo allora come cambiare la configurazione di sistema per passare dalla crittografia MD5 a quella SHA512.

Nota: come editor di testo nella seguente guida userò GEDIT ma voi potete usare quello che volete, non è importante quale usiate, basta sia un editor di testo.

Apriamo il file /etc/pam.d/passwd con permessi di root:
sudo gedit /etc/pam.d/passwd
e modifichiamo la stringa senza il # davanti, ossia:
password required pam_unix.so md5 shadow nullok
cambiando md5 con sha512 e aggiungendo alla fine rounds=65536.
Ovviamente potete aumentare o diminuire il valore di rounds, più è alto più sarà sicura la crittografia ma attenzione: valori alti significano anche che ad ogni login il vostro PC dovrà "faticare" parecchio per confrontare la password inserita. Quindi direi che quel valore va più che bene, visto che anche sui PC più datati non richiederà più di 1-2 secondi al login.
Quindi alla fine la stringa dovrebbe essere simile a questa:
password required pam_unix.so sha512 shadow nullok rounds=65536
Salviamo i cambiamenti e chiudiamo il file.
Ora apriamo il /etc/default/passwd sempre con permessi di root:
sudo gedit /etc/default/passwd
E cambiamo la linea:
CRYPT=des
in:
CRYPT=sha512
Salviamo i cambiamenti e chiudiamo il file.
Infine apriamo il file /etc/login.defs con permessi di root:
sudo gedit /etc/login.defs
ed aggiungiamo a fine file la seguente stringa:
ENCRYPT_METHOD SHA512
Salviamo i cambiamenti e chiudiamo il file.

Adesso reimpostiamo la password utente in modo che venga criptata col nuovo algoritmo.
Da terminale diamo:
sudo passwd nomeutente
con al posto di nomeutente il nostro nome utente o comunque il nome utente di cui vogliamo salvare la password col nuovo algoritmo di crittografia. Ci verrà richiesto di reinserire la nostra password per il login, facciamolo. Ripetiamo poi questo ultimo comando per ogni utente che abbiamo sul nostro sistema operativo.

Tutto qui, d'ora in poi qualunque utente aggiungiate la sua password sarà salvata con algoritmo SHA512 invece che MD5.

martedì 23 agosto 2011

Installare il PS3SDK legale su Linux (Ubuntu e Archlinux)

Dopo aver visto come configurare e installare il PSPSDK su Linux, vediamo ora come installare quello relativo alla PS3. Ovviamente stiamo parlando dell'SDK legale, ossia il PS3Toolchain + PSL1ght e NON di quello leakato a Sony.

Innanzitutto installiamo le dipendenze necessarie per compilare il tutto.
Su Ubuntu e derivati date da terminale:
sudo apt-get install autoconf automake bison flex gcc libelf-dev make texinfo libncurses5-dev patch python subversion wget zlib1g-dev libtool python-dev bzip2 libgmp3-dev pkg-config git
Su Archlinux invece date da terminale:
yaourt -S autoconf automake bison flex gcc libelf make texinfo ncurses patch python subversion wget zlib libtool python bzip2 gmp pkg-config git

Adesso aggiungiamo le variabili di ambiente. Da terminale digitate:
gedit ~/.bashrc
E aggiungiamo a fine file le seguenti stringhe:

# PS3SDK
export PS3DEV=/usr/local/ps3dev
export PATH=$PATH:$PS3DEV/bin
export PATH=$PATH:$PS3DEV/host/ppu/bin
export PATH=$PATH:$PS3DEV/host/spu/bin
export PSL1GHT=$PS3DEV/psl1ght
export PATH=$PATH:$PSL1GHT/host/bin
Salviamo i cambiamenti e chiudiamo il file, adesso ricarichiamo le variabili dando da terminale:
source ~/.bashrc

Ora scarichiamo i sorgenti da compilare, dando da terminale:
git clone https://github.com/ps3dev/ps3toolchain.git

Una volta finito il download passiamo alla compilazione vera e propria!
Da terminale diamo l'ultimo comando:
cd ps3toolchain
sudo ./toolchain-sudo.sh
Ci verrà chiesto di inserire la nostra password da root. Facciamolo e attendiamo pazientemente che il processo vada a compimento.
La durata cambia a seconda della potenza del PC che si sta usando, ma di solito varia da un'ora fino alle 4 ore. Bisogna avere molta pazienza quindi!

Archlinux: gestire il proprio iDevice (iPad/iPhone/iPod) senza bisogno di iTunes!

Oggi vi presenterò quella che spero sarà la più completa guida sulla gestione del vostro iDevice (sia esso un iPad, iPhone, iPod o chissà quale altra diavoleria della famiglia Apple) sotto Linux.
Se siete possessori di un Desktop Gnome le cose saranno decisamente più semplici (visto l'automount gestito da Nautilus) ma io vi illustrerò come fare le cose "manualmente", in modo da potersi adattare a qualsiasi Desktop e non dover per forza installare un Desktop che magari non vi aggrada.

Innanzitutto vediamo cosa ci serve:
  • libimobiledevice-git <- la libreria principale, quella che installerà il supporto vero proprio per il nostro iDevice su Linux
  • ideviceinstaller-git <- utile per gestire le applicazioni del nostro iDevice, ci permetterà non solo di elencarle, ma anche di backupparle e in futuro reinstallarle ad esempio dopo una formattazione.
  • ifuse <- necessario per "montare" il nostro iDevice su una delle cartelle del nostro PC in modo da poterlo esplorare come una normale periferica USB.
Installiamo il tutto quindi, digitando da un terminale:
yaourt -S libimobiledevice-git ideviceinstaller-git ifuse
Grazie a questa semplice mossa avremo adesso a disposizione un miriade di utilissimi programmi per gestire al meglio il nostro iDevice. Analizziamoli uno ad uno:

idevicebackup e idevicebackup2 Questi due programmi sono identici tra loro solo che la versione col 2 finale è diciamo più avanzata (e forse sperimentale?) in quanto possiede delle opzioni in più. Per quanta riguarda idevicebackup, questo comando ci permette di effettuare un backup del nostro iDevice per poi ripristinarlo in futuro. Al contrario del comando col 2 finale qui abbiamo solo due opzioni disponibili, ossia fare il backup o ripristinarlo. L'utilizzo è banale, collegate il vostro iDevice al PC e poi digitate in un terminale:
idevicebackup backup CARTELLA
Per creare un backup del vostro iDevice nella cartella CARTELLA (ovviamente nel comando sopra sostituite CARTELLA con il percorso della cartella in cui volete salvare il backup del vostro iDevice!). Oppure:
idevicebackup restore CARTELLA
Per ripristinare un backup creato in precedenza nella cartella CARTELLA. Il comando col 2 finale, ossia idevicebackup2, invece presenta oltre a backup e restore altri comandi, nello specifico:
  • restore --system <- ripristina anche i file di sistema.
  • restore --reboot <- riavvia l'iDevice quando ha finito il ripristino.
  • restore --copy <- crea una copia della cartella di backup prima di effettuare il ripristino.
  • restore --settings <- ripristina le impostazioni dell'iDevice dal backup.
  • info <- mostra i dettagli riguardo l'ultimo backup completato dell'iDevice.
  • list <- elenca (in formato CSV) tutti i file dell'ultimo backup fatto.
  • unback <- scompatta un backup completato in precedenza nella cartella _unback_
L'utilizzo nel terminale è identico al precedente programma.

Passiamo ora ad un nuovo tool che avremo a disposizione, ossia idevicedate. Questo programma ci permetterà di ottenere la data e l'ora dal nostro iDevice oppure di impostarle. L'utilizzo è il seguente:
idevicedate
E ci verrà stampato a terminale la data/ora corrente impostata nell'iDevice. Se vogliamo modificarla basta dare:
idevicedate -c
E la data/ora verrà reimpostata usando quella attuale del vostro PC. Volendo potete anche specificare un timestamp diverso da quello in uso sul vostro PC, dando come comando:
idevicedate -s TIMESTAMP
dove al posto di TIMESTAMP ovviamente dovete inserire un timestamp valido (leggete qui se non sapete cos'è un timestamp: http://en.wikipedia.org/wiki/Timestamp).

Un altro tool che avremo a disposizione è ideviceenterrecovery. Questo programma vi permetterà semplicemente di far andare immediatamente in Recovery Mode il vostro iDevice. Fate molta attenzione ad usarlo! Non presenta opzioni da poter usare e l'utilizzo è banale:
ideviceenterrecovery UUID
dove al posto di UUID ci deve andare l'ID univoco del vostro iDevice (è una stringa di 40 caratteri che identifica il vostro iDevice, leggete più avanti per sapere come ottenerlo!).

Un altro tool molto utile che avremo a disposizione è idevice_id. Questo programma vi permetterà di ottenere l'UUID del vostro iDevice di cui parlavamo sopra. Per elencare gli UUID di tutti gli iDevice collegati via USB date da terminale:
idevice_id -l

Un mini-appunto ora su ideviceimagemounter. Purtroppo non ho ben capito a cosa serve questo tool, comunque la descrizione ufficiale dice che:
Mounts the specified disk image on the device.
quindi tradotto letteralmente serve a "montare" sull'iDevice l'immagine disco specificata. Non so però a quale immagine disco si riferisca, se ne sapete più di me fatemelo sapere così aggiorno le info su questo programma ;)

Saltiamo quindi a ideviceinfo. Questo è il tool che ci darà tutte le informazioni che vogliamo sul nostro iDevice. Usando il semplice comando:
ideviceinfo -s
otterremo le informazioni basilari sul nostro iDevice. Aggiungendo un -x otterremo le stesse informazioni ma visualizzate in formato XML. Se però volessimo avere delle informazioni specifiche possiamo usare i cosiddetti "domini". Ad esempio se vogliamo sapere lo spazio occupato/rimanente sul nostro iDevice possiamo dare da terminale:
ideviceinfo -q com.apple.disk_usage
Se vogliamo altre informazioni possiamo sostituire nella stringa sopra a com.apple.disk_usage il "dominio" che ci interessa. Quelli disponibili sono:

    com.apple.disk_usage com.apple.mobile.battery com.apple.xcode.developerdomain com.apple.international com.apple.mobile.data_sync com.apple.mobile.tethered_sync com.apple.mobile.mobile_application_usage com.apple.mobile.backup com.apple.mobile.nikita com.apple.mobile.restriction com.apple.mobile.user_preferences com.apple.mobile.sync_data_class com.apple.mobile.software_behavior com.apple.mobile.iTunes.SQLMusicLibraryPostProcessCommands com.apple.mobile.iTunes.accessories com.apple.mobile.internal com.apple.mobile.wireless_lockdown com.apple.fairplay com.apple.iTunes com.apple.mobile.iTunes.store com.apple.mobile.iTunes
Anche qui mettendo un -x prima di -q possiamo visualizzare le info risultanti in XML.

Passiamo ora a idevicepair. Tramite questo tool possiamo effettuare o gestire il pairing tra il nostro PC e l'iDevice. L'utilizzo è:
idevicepair COMANDO
dove al posto di COMANDO potete usare uno dei seguenti comandi:
  • hostid <- visualizza l'ID host del computer in uso
  • pair <- effettua il pair dell'iDevice col computer in uso
  • validate <- controlla se l'iDevice è correttamente in pair col computer in uso
  • unpair <- annulla il pair tra l'iDevice e il computer in uso
  • list <- elenca tutte le iDevice in pair col computer in uso

Un altro tool che avremo a disposizione è idevicescreenshot. Tramite questo programma potremo fare uno screenshot dell'attuale schermata sull'iDevice e salvarlo sul PC in formato TIFF. Però attenzione: per funzionare questo comando richiede che un'immagine disco da sviluppatore sia stata installata sull'iDevice in precedenza (tramite il suddetto comando ideviceimagemounter). L'utilizzo è semplice, basta digitare in un terminale:
idevicescreenshot
tutto qui, l'immagine TIFF verrà salvata nella directory attuale.

Adesso vediamo idevicesyslog. Questo tool vi permetterà di visualizzare il log di sistema del vostro iDevice, dove vengono salvati tutti i messaggi di debug o di errore che si verificano durante l'utilizzo del vostro iDevice. Anche qui non c'è alcuna opzione da aggiungere, basta dare da terminale:
idevicesyslog
Per interrompere la visualizzazione del log basta dare un CTRL+C nel terminale stesso.

E con questo abbiamo concluso i tool disponibili grazie a libimobiledevice. Vediamo ora gli altri 2 tool, ossia ifuse e ideviceinstaller. Per quanto riguarda ideviceinstaller, grazie ad esso avremo un completo tool per analizzare, backuppare o ripristinare le app installate nel nostro iDevice. L'utilizzo è banale, basta digitare in un terminale dopo aver collegato il vostro iDevice:
ideviceinstaller OPZIONE
Dove al posto di OPZIONE potete inserire una delle opzioni disponibili per questo comando, che sono:
-l -o list_user <- elenca solamente le applicazioni dell'utente (è l'opzione di default)
-l -o list_system <- elenca solamente le applicazioni di sistema
-l -o list_all <- elenca tutti i tipi di applicazioni installate sull'iDevice
-l -o xml <- elenca le app e visualizza il risultato in formato XML
-i ARCHIVE <- installa l'applicazione specificata al posto di ARCHIVE nella stringa
-u APPID <- disinstalla l'applicazione il cui ID avete specificato al posto di APPID nella stringa
-g APPID <- aggiorna l'applicazione il cui ID avete specificato al posto di APPID nella stringa
-L <- elenca tutte le applicazioni backuppate in precedenza
-a APPID <- backuppa l'applicazione il cui ID avete specificato al posto di APPID nella stringa
-a APPID -o uninstall <- disinstalla dall'iDevice, dopo averla backuppata, l'applicazione il cui ID avete specificato al posto di APPID nella stringa
-a APPID -o app_only <- backuppa soltanto i dati dell'applicazione
-a APPID -o copy=PATH <- copia il backup dell'applicazione (dopo averlo fatto) nella cartella specificata al posto di PATH nella stringa.
-a APPID -o copy=PATH -o remove <- rimuove il backup dell'iDevice dopo averlo copiato nella cartella specificata al posto di PATH nella stringa
-r APPID <- ripristina il backup (fatto precedentemente) dell'applicazione di cui avete specificato l'ID al posto di APPID nella stringa
-R APPID <- rimuove il backup dell'applicazione di cui avete specificato l'ID al posto di APPID nella stringa
Per ottenere gli APPID che vi servono basta usare l'opzione -l per elencarle, visto che vi verranno elencate proprio per APPID ;)

E infine dedichiamoci ad ifuse, il comando principale che vi permetterà di montare il vostro iDevice sul PC come fosse una normalissima periferica USB. Come già detto in precedenza se usate Gnome questo comando non vi troverete ad usarlo spesso perché Nautilus monta in automatico il vostro iDevice. Detto questo però vediamo come si usa ifuse:
ifuse mount_point OPZIONE
dove al posto di mount_point va inserita una qualsiasi cartella ESISTENTE sul vostro Hard Disk e in cui volete montare il vostro iDevice (in pratica, una volta montato, entrando in quella cartella specificata potrete navigare all'interno del vostro iDevice!).
Al posto di OPZIONE potete inserire invece una delle seguenti opzioni:
--appid APPID <- Monterà la cartella "Documents" (quella in cui l'applicazione salva e carica tutti i suoi file!) dell'applicazione identificata dall'APPID inserito.
--root <- Monta il file system di root del vostro iDevice, permettendovi di navigare in davvero QUALSIASI cartella (anche le più nascoste!) del vostro iDevice. Richiede però il Jailbreak sul vostro iDevice, non funziona senza!
Per fare un esempio pratico, io per montare il mio iPad sotto Xfce digito in un terminale:
ifuse ~/iPad
e mi ritrovo l'iPad navigabile dalla cartella iPad nella mia home. Per "smontare" in modo sicuro l'iDevice caricato tramite ifuse basta dare da terminale un:
sudo umount mount_point
dove al posto di mount_point va inserita la cartella in cui avete montato l'iDevice con il comando ifuse di prima.

Adesso che abbiamo visto come "gestire" in toto il nostro iDevice, vediamo l'ultima cosa, ossia come gestire la multimedialità. In particolare vediamo come sincronizzare i contenuti (musica, video, libri, podcast...) col nostro iDevice. Esistono vari tool che sono compatibili con le periferiche di casa Apple ma io qui ve ne presento solo uno che fa tutto, se volete potete cercare con Google altri programmi compatibili e/o specifici ;) Io quindi vi parlerò di GtkPod, un semplicissimo programmino che vi permetterà di sincronizzare musica, video, podcast, ecc... col vostro iDevice. Per installarlo su Archlinux diamo in un terminale:
yaourt -S gtkpod
Una volta installato ricordiamoci che, a meno che non c'è l'automount per il nostro iDevice, prima di avviare GtkPod dobbiamo montare il nostro iDevice manualmente con il suddetto comando di ifuse. Una volta montanto avviamo GtkPod e vedremo che il nostro iDevice verrà automaticamente caricato.
A questo punto, tramite questo programmino davvero banale e facile da usare, potremo facilmente sincronizzare musica, video, podcast, libri, contatti, note, ecc... tra il nostro PC e il nostro iDevice!!!

Adesso un piccolo tip per la gestione immagini: non vi serve alcun programma specializzato! Infatti una volta montato il vostro iDevice con ifuse potrete accedere al suo interno dove troverete una cartella chiamata DCIM al cui interno ci saranno tutte le immagini presenti nella libreria del vostro iDevice. Potrete quindi visionarle, copiarle o cancellarle come normalissimi file.

Infine, prima di chiudere, voglio segnalarvi un ottimo programma per la conversione di video in formato compatibile con il vostro iDevice: sto parlando di Handbrake, un editor video facilissimo da usare grazie ai template preimpostati che troverete nella parte destra della finestra principale.
Una volta caricato un video quindi vi basterà cliccare sul template a destra relativo al vostro iDevice e avviare la conversione, il risultato sarà un video perfettamente compatibile con il vostro iDevice e pronto da essere inserito su di esso grazie al già citato GtkPod ;) Per installarlo su Archlinux basta dare:
yaourt -S handbrake

Aggiornamento: mi è stato segnalato un altro programma utile per attivare o disattivare il vostro iDevice (se mai vi dovesse servire!). Si tratta di ideviceactivate. Per installarlo date in un terminale:
yaourt -S ideviceactivate-git
L'utilizzo è il seguente:
ideviceactivate OPZIONE
dove al posto di OPZIONE dovete inserire una delle seguenti opzioni:
-x <- disattiva (o meglio, "toglie l'attivazione") l'iDevice
-e IMEI <- quando invia la richiesta di attivazione utilizza l'IMEI specificato al posto di "IMEI" nella stringa
-s IMSI <- quando invia la richiesta di attivazione utilizza l'IMSI specificato al posto di "IMSI" nella stringa
-i ICCID <- quando invia la richiesta di attivazione utilizza l'ICCID specificato al posto di "ICCID" nella stringa
-n SERIALNUMBER <- quando invia la richiesta di attivazione utilizza il serial number specificato al posto di "SERIALNUMBER" nella stringa
-f FILE <- attiva l'iDevice usando il file di attivazione posizionato nel percorso specificato al posto di "FILE" nella stringa
-c DIR <- salva i dati di attivazione nella cartella specificata al posto di "DIR" nella stringa (utile per riattivazioni future!)
-r DIR <- attiva l'iDevice usando i dati di attivazione salvati precedentemente nella cartella specificata al posto di "DIR" nella stringa.

Ed eccoci quindi ai commenti finali. Tramite questa guida avete avuto una panoramica completa su tutti i programmi e le opzioni che vi permetteranno di gestire il vostro iDevice con Archlinux senza sentire troppo la mancanza di iTunes.
Ovviamente se avete delle correzioni o delle aggiunte da segnalare fatelo attraverso i commenti di questo topic che provvederò a fare le giuste modifiche al più presto ;D

venerdì 19 agosto 2011

Archlinux: installare Adobe Reader (anche in Italiano)

Subito qualcuno dirà "ehi, ma perché installare quel coso pesante e soprattutto Adobe!?"... e come dargli torto? XD Però ovviamente (e purtroppo) ci sono alcuni PDF che, vuoi per struttura complessa, vuoi per complessità strutturale (no, non sono la stessa cosa lol) necessitano dell'originale Adobe Reader per essere visualizzati correttamente in ogni loro funzione/parte.
Per tale ragione "potrebbe" essere comodo necessario per qualcuno installare l'originale Adobe Reader sul proprio Archlinux. Ora vedremo come fare.

Innanzitutto da premettere che Adobe Reader non è presente nei repo ufficiali usati da pacman, ma questo non è un problema in quanto è presente nel repository AUR.
Il problema se vogliamo "più grave" è invece che l'ultima versione (ossia la 10, la X) non c'è proprio, mentre della versione prima (la 9) c'è solo la versione Inglese, Francese, Tedesco e Giapponese... insomma, se lo vogliamo in Italiano ci dobbiamo accontentare della versione 8.

Quindi, se vogliamo installare la versione 9 in Inglese, digitiamo in un terminale:
yaourt -S acroread
Se invece vogliamo installare la 8 però in Italiano allora digitiamo in un terminale:
yaourt -S acroread-it

Il mio consiglio però resta quella di usare lettori PDF "alternativi" più leggeri e maneggevoli (e magari direttamente in Italiano) e ricorrere ad Adobe Reader solo nel remoto caso in cui un PDF non vi venga aperto o visualizzato in modo corretto.

giovedì 18 agosto 2011

Linux: cercare file sul PC grazie a Catfish

Oggi vi parlerò di un'utilily secondo me immancabile su ogni sistema operativo: sto parlando della ricerca file!
Quante volte vi sarà capitato di non ricordare più in quale cartella del vostro Hard Disk avete messo un file in particolare? Quante volte dovrete mettervi a cercare fra innumerevoli livelli di sottocartelle o migliaia di file? Fare una cosa del genere a mano non è certo la migliore scelta, visto che porterebbe via tempo prezioso e soprattutto, causa sviste, si rischia di non giungere ad alcun risultato.
Proprio per tale ragione esistono un sacco di programmi che vi permettono di cercare file sul vostro HDD (anche via terminale, ovvio) ma io oggi vi presento forse il migliore e con comoda e facile interfaccia grafica: Catfish.


Come potete vedere dall'immagine sopra l'interfaccia è davvero banale: inserite il nome del file che volete cercare (o anche una parte di esso, o solo l'estensione, ecc...), impostate (ma solo se vi servono!) alcune funzioni aggiuntive (se volete cercare un termine esatto, o un tipo di file in particolare, o cercare tra i file nascosti, o limitare i risultati a un max di numero, ecc...), settate la cartella in cui volete cercare (con File System cercherete in TUTTO l'HDD) e date il via alla ricerca.
In pochi minuti (ovviamente tutto dipende dalla quantità di file tra cui cercare!) avrete i vostri risultati senza il minimo sforzo. Facile e veloce ;D

Per installare catfish su Archlinux date da terminale:
sudo pacman -S catfish
Su Ubuntu invece:
sudo apt-get install catfish
Lo troverete quindi sotto il menù Accessori.

martedì 16 agosto 2011

SpiderOak: l'alternativa, perfino migliore, a Dropbox!

Oggi vi voglio parlare di SpiderOak, un servizio di cloud storage che nulla ha da invidiare al ben più famoso Dropbox, anzi!
Innanzitutto rispetto a Dropbox che tanto è stato criticato per la sua sicurezza, SpiderOak presenta un sistema di criptaggio dati che impedisce perfino agli stessi dipendenti dell'azienda di poter accedere ai vostri file: questo significa che qualsiasi cosa accada, soltanto voi (o comunque soltanto con i vostri username e password) potrete accedere ai vostri file decriptati.
Anticipato questo, ciò che sono i punti di forza di SpiderOak sicuramente sono nella gestione del programma principale: in Dropbox una volta installato scegli quali cartelle sincronizzare e punto. In SpiderOak invece avrete un'interfaccia suddivisa in varie tab tra cui potrete gestire di tutto:

  • STATUS: da questa tab potrete tenere sotto controllo le operazioni attuali che sta compiendo il programma, suddivise per Backup, Sync e Share. Potrete anche cambiare la frequenza di ogni azione per ciascuna categoria.
  • BACKUP: da questa tab potrete scegliere una o più cartelle da tenere sincronizzate tra il computer in uso e il server di SpiderOak. Avrete accesso alla cartelle basilari (Scrivania, Musica, Video, Documenti, ecc...) com'anche ad una visualizzazione avanzata in cui potrete navigare in qualsiasi cartella del vostro Hard Disk.
  • VIEW: da questa tab potrete visualizzare ciò che è presente sul server di SpiderOak, ossia tutto ciò che avete backuppato in precedenza. Potrete scaricare i file o unirli in altri processi di backup/sincronizzazione.
  • SYNC: da questa tab potrete scegliere una o più cartella da tenere sincronizzate tra vari computer e il server. A differenza dell'opzione di Backup i file verranno tenuti sincronizzati tra vari PC (o device mobili), nel senso che se cancellate un file dalla cartella di uno dei PC in sincronia allora il file verrà eliminato da tutti gli altri PC automaticamente. In pratica quello che Dropbox fa di default, solo che qui è "una scelta", non un obbligo.
  • SHARE: da questa tab potrete attivare la condivisione pubblica di una cartella a vostra scelta con tutte le conseguenti impostazioni che potete gestire.
Oltre a queste tab principali, il programma vi mette a disposizione anche varie funzioni di visualizzazione log e statistiche del vostro account.
Ma oltre al fantastico programma principale c'è anche l'interfaccia Web che è davvero chiara e ben fatta da cui potrete accedere a tutti i file che avete backuppato sul server SpiderOak.
Altre cose da segnalare che mi ricordo al momento è che SpiderOak è totalmente multipiattaforma (funge su Windows, Linux e MAC), ha applicazioni anche per il mondo mobile (iOS, Android e Maemo) e infine, tramite il codice promozionale worldbackupday (da inserire all'iscrizione), potrete avere ben 5GB di spazio online gratuito invece dei soliti 2!

Detto tutto questo non mi resta che lasciarvi il link della home page da cui scaricare questo ottimo programma che vi consiglio vivamente (soprattutto se usate già il peggiore Dropbox!): http://www.spideroak.com

lunedì 15 agosto 2011

PHP: gestire l'upload di immagini

Primo minitutorial sul PHP (che ahimé ultimamente mi trovo a dover utilizzare sempre più spesso xD), vediamo come gestire l'upload di immagini.
Tralasciando la parte dedicata al form per l'upload che non ci interessa per lo scopo di questo tutorial, passiamo subito al codice.
Direi di cominciare subito con un bel controllo sulla validità della richiesta:
if (is_uploaded_file($_FILES['image']['tmp_name']))
{
...
}
Ovviamente al posto di 'image' ci và il valore del campo "name" che avete usato nel form di upload ;)
Ma a cosa serve questo controllo? Beh, presto detto: la funzione is_uploaded_file ritorna come valore TRUE se la richiesta di upload è stata effettuata via HTTP POST. Che significa questo in parole povere? Che in questo modo vi assicurate che un utente malintenzionato non stia cercando, invece di uppare una innocua immagine, di inserire del codice maligno sul vostro server.
È un semplice controllo di "sicurezza" quindi, ma vi consiglio SEMPRE di usarlo. Il web è pieno di gente con cattive intenzioni :P

Dopo questo controllino di sicurezza direi che possiamo andare a prendere i primi dettagli sulla immagine che si vuole uppare. Perché fare questo? Beh, ad esempio possiamo voler limitare l'upload solo a un particolare tipo di immagini escludendo certi altri (GIF, PNG, BMP, JPEG, ecc...), oppure potremmo voler limitare l'upload a immagini di dimensioni minori di un certo TOT di byte, oppure ancora limitare l'upload a immagini non più larghe di un TOT di pixel, e via dicendo.
Vediamo il primo controllo:
if (($_FILES['image']['size'] < (5*1024*1024)) { ... }

Tramite questo semplice controllo possiamo gestire il "peso massimo" che deve avere il file. Nell'esempio sopra il massimo è 5MB ma naturalmente potete impostarlo come e quanto vi pare.
Come potete notare rispetto a prima è cambiato il secondo termine dell'array $_FILES: infatti è grazie al campo 'size' che possiamo ottenere la dimensione in byte del file che stiamo cercando di uppare.

Adesso vediamo un nuovo controllo:
list($width, $height, $type, $attr) = getimagesize($_FILES['image']['tmp_name']);
if (($width > 640) || ($height > 480)) {
...
}
In questo esempio abbiamo preso le informazioni sull'immagine con la prima riga e subito dopo abbiamo controllato che l'immagine sia minore di 640x480px.
All'interno dell'IF sopra va inserito il codice che si vuole usare nel caso in cui l'immagine SUPERI le dimensioni consentite (nell'esempio appunto 640x480).

Ora controlliamo il tipo d'immagine:
list($width, $height, $type, $attr) = getimagesize($_FILES['image']['tmp_name']);
if (($type!=1) && ($type!=2) && ($type!=3)) {
...
}
In questo esempio controlliamo che l'immagine appartenga ai primi tre tipi di immagini supportati dal PHP. Anche qui all'interno dell'IF va inserito il codice da eseguire nel caso l'immagine che si sta tentando di uppare NON sia in uno dei suddetti 3 formati.
I formati consentiti dal PHP per le immagini sono:
[IMAGETYPE_GIF] => 1
[IMAGETYPE_JPEG] => 2
[IMAGETYPE_PNG] => 3
[IMAGETYPE_SWF] => 4
[IMAGETYPE_PSD] => 5
[IMAGETYPE_BMP] => 6
[IMAGETYPE_TIFF_II] => 7
[IMAGETYPE_TIFF_MM] => 8
[IMAGETYPE_JPC] => 9
[IMAGETYPE_JP2] => 10
[IMAGETYPE_JPX] => 11
[IMAGETYPE_JB2] => 12
[IMAGETYPE_SWC] => 13
[IMAGETYPE_IFF] => 14
[IMAGETYPE_WBMP] => 15
[IMAGETYPE_JPEG2000] => 9
[IMAGETYPE_XBM] => 16
[IMAGETYPE_ICO] => 17
[IMAGETYPE_UNKNOWN] => 0
[IMAGETYPE_COUNT] => 18


E adesso direi che con i controlli possiamo finirla qui, dovremmo aver soddisfatto un po' tutte le eventuali limitazioni che un normale servizio di hosting possa imporre.
Uppiamo quindi la nostra immagine!
if (!move_uploaded_file($_FILES['image']['tmp_name'], $_FILES['image']['name'])) {
...
}
Nel codice sopra andiamo ad uppare l'immagine salvandola sul server con il nome (compreso di estensione!) che ha il file della vostra immagine sul vostro PC.
All'interno dell'IF va inserito il codice da eseguire nel caso l'upload NON vada a buon fine.

Finito, come avete potuto leggere non è così complesso come sembra ;)

domenica 14 agosto 2011

Archlinux: miniguida all'uso di Pacman e Yaourt

Passando da Ubuntu a Archlinux la prima cosa di cui si sente subito la mancanza è apt.
Ma niente paura: Archlinux ha alcuni dei migliori tool per la gestione dei repository che nulla hanno da invidiare al collega ubuntiano! Stiamo parlando di pacman (abbreviazione di package manager) e yaourt (abbreviazione di Yet AnOther User Repository Tool).
I due programmi si comportano allo stesso modo di apt su Ubuntu e ci permetteranno di gestire i nostri pacchetti senza alcuna complicazione. Ma vediamo un po' di comandi principali!

Per quanto riguarda pacman, questi sono i comandi "principali":
pacman -U pacchetto.pkg.tar.xz
Installa il programma "pacchetto.pkg.tar.xz" dal vostro Hard Disk.
pacman -S pacchetto
Installa il programma prendendolo dai Repository ufficiali.
pacman -Sy pacchetto
Come il comando sopra ma in più aggiorna i Repository prima di installare il programma (in modo da installare l'ultima versione disponibile del programma).
pacman -Syu
Aggiorna i Repository e installa gli eventuali aggiornamenti disponibili per i programmi attualmente installati sul vostro PC.

E con questo concludiamo il comparto relativo all'installazione e aggiornamento dei pacchetti.
Vediamo ora alcuni comandi utili per la loro rimozione:
pacman -Sc
Ripulisce la cache rimuovendo i programmi scaricati ma non attualmente installati sul PC.
pacman -Scc
Ripulisce la cache rimuovendo tutti i programma scaricati.
pacman -R pacchetto
Disinstalla dal PC il programma.
pacman -Rs pacchetto
Disinstalla dal PC il programma e in più anche tutte le eventuali sue dipendenze che dopo la disinstallazione del programma principale ormai non servono più.
pacman -Rc pacchetto
Disinstalla dal PC il programma eliminando anche tutti gli eventuali programmi che lo richiedono come dipendenza.
pacman -Rn pacchetto
Disinstalla il programma rimuovendo anche i backup delle sue configurazioni (i file .pacsave per intenderci).
pacman -Rns pacchetto
In un colpo effettua le operazioni dei comandi -Rn e -Rs assieme.

E questo è tutto per quanto riguarda la rimozione/pulizia dei programmi.
Chiudiamo con pacman analizzando alcuni comandi per la ricerca:
pacman -Ss pacchetto
Cerca il programma all'interno dei Repository ufficiali.
pacman -Qs pacchetto
Cerca il programma tra quelli attualmente installati sul PC.
pacman -Qi pacchetto
Cerca informazioni per il programma prescelto.
pacman -Qdtq
Cerca tutti i programmi ormai non più utili (ossia non richiesti da nessun altro programma).
Per quest'ultimo comando esiste una variante unica per la ricerca e l'eliminazione dei suddetti programmi inutili. Il comando è:
pacman -Rsn $(pacman -Qdtq)

E con questo abbiamo finito la lista dei comandi "principali" di pacman.
Passiamo ora a yaourt... tranquilli, non c'è un'altra lunga lista di comandi da dover ricordare xD Infatti yaourt è identico a pacman, ossia utilizza la stessa sintassi. Questo significa che potete usare gli stessi comandi sopra per ottenere i medesimi risultati ;)
Ovviamente l'unica differenza è che mentre tutte le operazioni di pacman attingono i programmi soltanto dai Repository ufficiali, yaourt attinge inoltre anche da AUR, il Repository non ufficiale mantenuto dalla community di Archlinux. Ma proprio per tale ragione presenta anche 2 comandi in più rispetto a pacman, che sono:
yaourt -Syua
Aggiorna tutti Repository compreso AUR e installa eventuali aggiornamenti disponibili per i programmi attualmente installati sul PC.
yaourt -Syu --devel
(Prima di devel ci sono 2 trattini e non uno come erroneamente riporta Wordpress).
Installa tutti gli aggiornamenti disponibili per i programmi compilati da sorgenti SVN/CVS/HG/GIT attualmente installati sul PC.
yaourt -Qma
Elenca tutti i programmi attualmente installati sul PC provenienti da AUR.
yaourt --stats
Visualizza le statistiche su tutti i programmi attualmente installati sul PC provenienti da AUR.

Tutto qui ;D
Il mio consiglio quindi è di utilizzare direttamente yaourt visto che in pratica è un "pacman plus", ossia un pacman con funzioni aggiuntive. Inoltre, cosa molto importante, yaourt non richiede di essere avviato da root (anche se durante l'utilizzo ovviamente vi chiederà la password di root per effettuare installazioni/aggiornamenti/rimozioni dei pacchetti) al contrario di pacman.

sabato 13 agosto 2011

GUIDA: come leggere GRATIS la Gazzetta dello Sport e il Corriere della Sera su iPad legalmente!


Ebbene si, oggi totalmente per caso (come avvengono di solito le maggiori scoperte del mondo xD) ho scoperto che esiste un FAIL grosso come una casa nell'app per iPad della Gazzetta dello Sport che vi permetterà di leggere il giornale GRATUITAMENTE senza sottoscrivere alcun abbonamento o cacciare un solo Euro. Il bello è che, dopo una rapida ricerca sul web, pare che nessun altro l'abbia mai scoperto prima lol

Riassunto in 2 parole (per chi non vuole subirsi tutta la lunga guida che sto per scrivere xD) in pratica l'app scarica in background l'intero giornale anche se a voi poi per visualizzare dalla seconda pagina in poi vi richiede l'abbonamento. Quindi basta navigare all'interno delle cartelle dell'app (ossia dove scarica TUTTO il giornale) e leggere i PDF con un qualsiasi altro lettore. Facile, veloce e gratuito. Oltre che legale penso, visto che è l'app stessa a scaricare quel giornale, voi non fate nulla XD
Ma passiamo ora alla guida dettagliata!

AGGIORNAMENTO: attenzione, è stato testato che il metodo funziona anche con l'applicazione ufficiale del Corriere della Sera! :D
Il metodo da seguire è lo stesso che vi mostrerò qui sotto per la Gazzetta ;)


Necessario:

-Un Ipad (funziona solo su iPad il metodo, infatti su iPhone scarica solo in parte il giornale!) con Jailbreak
-L'applicazione ufficiale della Gazzetta dello Sport Digital Edition
-L'applicazione homebrew iFile

Preparazione:
1. Installate l'app della Gazzetta sul vostro iPad scaricandola dall'App Store (è gratuita!).
2. Installate l'app iFile scaricandola da Cydia (è gratuita in versione Trial!).

Procedimento:
1. Avviate l'app della Gazzetta dello Sport e vi apparirà la prima pagina del quotidiano odierno. Come potete subito testare con mano solo la prima pagina è visionabile gratuitamente, infatti se provate a girare pagina otterrete una finestra in cui vi chiede di fare un abbonamento:

2. Voi allora tornate alla prima pagina e tenete d'occhio l'indicatore di rete in alto a sinistra nella barra:

3. Aspettate che scompaia del tutto (rimarrà attivo per qualche minuto, in pratica sta scaricando tutto il giornale, è questo il grande fail xD):

4. Una volta scomparso potete chiudere l'app e avviare iFile. Dalla barra laterale scegliete la voce Applicazioni:

5. Ora cliccate sull'icona ad ingranaggio a sinistra nella barra in basso, vi apparirà una finestrella con le opzioni, attivate la voce Nomi Applicazioni:

6. A questo punto navigate fino a trovare la cartella dell'app intitolata appunto Gazzetta:

7. Una volta trovata, entrate dentro la cartella Documents, poi in quella intitola pdfs e infine in quella intitolata GAZZETTAFC_NAZIONALE_WEB e a questo punto dovreste vedere una serie di cartelle intitolate con delle date:

8. Entrate nella cartella corrispondente al giorno in cui avete visionato la prima pagina del giornale nell'app ufficiale e vi troverete una miriade di file (saranno un JPG, un XML e un PDF alternati):

9. I file PDF che trovate lì sono esattamente le pagine del giornale di cui nell'app ufficiale avete visto solo la prima pagina :D
Potete aprirli e leggerli senza problemi direttamente da iFile come da figura:

E adesso potete godervi il vostro giornale COMPLETO, zoomare e leggerlo proprio come se lo aveste comprato xD


Altre screenshot:





Scoperta, guida e immagini interamente a cura del sottoscritto ;)

lunedì 8 agosto 2011

iPad: gestire il terminale direttamente da PC

Ed ecco la seconda miniguida: stavolta vedremo come usare il terminale dell'iPad senza dover usare programmi aggiuntivi sul device (tipo Mobile Terminal) ma usando il PC.
Ovviamente l'utilità di una simile configurazione sta principalmente nella programmazione, in quanto potremo compilare i nostri programmi su iPad direttamente da PC, oltre che poter fare qualsiasi funzione che richieda un terminale. Non ci saranno limiti insomma! ;D

Innanzitutto dovete avere un iPad con Jailbreak poiché dovete installare OpenSSH (disponibile soltanto in Cydia).
Una volta installato dovete soltanto prendere l'indirizzo IP del vostro iPad (Impostazioni -> WIFI -> e cliccate sulla freccina blu accanto al nome della vostra connessione WiFi) poiché il programma resta sempre avviato in background.
Su PC invece abbiamo bisogno di putty: su Archlinux (ma penso anche su Ubuntu) è tutto disponibile da terminale, quindi installiamo dando un semplice:
sudo pacman -S putty
O su Ubuntu:
sudo apt-get install putty
Dopidiché apriamo un terminale e digitiamo:
putty -ssh IndirizzoIP
con ovviamente l'indirizzo IP del vostro IP al posto della stringa sopra.
Tutto qui, adesso saremo collegati con il terminale dell'iPad!

Nota finale: da quel che leggo in giro bisogna disattivare l'AutoLock dell'iPad altrimenti, nel momento in cui la periferica si blocca potrebbe interrompersi la connessione col PC.

iPad: gestire i file sul dispositivo da PC tramite SSH

Oggi vi metto 2 miniguide sull'iPad (ma valide ovviamente per ogni iDevice, sia esso iPhone, iPod o chissà quale altra diavoleria). In questa prima analizzeremo come scambiare file con il nostro iPad tramite collegamento SSH.
Innanzitutto ci servirà un iPad con Jailbreak poiché, come prima necessità, ci servirà il programma OpenSSH che potrete installare soltanto da Cydia (l'app store alternativo della community).
Una volta installato OpenSSH sul versante iPad abbiamo già finito: infatti il programma resta attivo di default di background, quindi non dobbiamo toccare più nulla.

Adesso su PC installiamo Filezilla (si, proprio il classico e famoso client FTP, infatti pochi sanno che oltre al protocollo FTP Filezilla gestisce anche il protoccolo SFTP, quello che useremo noi!).
Adesso in Filezilla aggiungiamo una nuova connessione (File -> Gestore Siti -> Nuovo Sito), come nome dategli quello che vi pare (es. iPad) e impostate i parametri di connessione (nella zona a destra) come segue:
  • Host: Indirizzo IP dell'iPad (lo trovate andando in Impostazioni -> WIFI -> e cliccando sulla freccina blu accanto al nome della vostra connessione WiFi.)
  • Porta: Lasciare vuota
  • Protocollo: SFTP - SSH File Transfer Protocol
  • Tipo di accesso: Normale
  • Utente: root
  • Password: alpine (o se l'avete cambiata quella che avete messo voi)
Ora cliccate sulla linguetta "Impostazioni di trasferimento" e spuntate la voce "Limita il numero di connessioni simultanee" impostandola su 1.

Finito, date l'ok per salvare. D'ora in poi nella finestra Gestore Siti comparirà la nuova connessione e voi dovrete solo selezionarla e cliccare su Connetti.
Tutto qui, adesso potete navigare fra le cartelle e trasferire i file sul vostro iPad senza limiti, proprio come se steste gestendo il vostro server Internet via FTP!

lunedì 1 agosto 2011

Archlinux: installare e configurare la propria stampante con cups

In Archlinux c'è davvero da scegliersi ogni minima cosa e per tale ragione nulla lo si trova già pronto: stesso discorso per il supporto alla stampa, che dovremo configurarci da soli, come piace tanto a noi XD
Innanzitutto installiamo tutto il necessario. Da terminale digitiamo:
sudo pacman -S cups
Adesso inizia la personalizzazione vera e propria: infatti, a seconda di quale stampante vogliate configurare, dovete installare dei software diversi. Proverò a elencarli un po' tutti dandovi la spiegazione per ogni pacchetto.
  • Pacchetti ghostscript e gsfonts: da installare nel caso vogliate il supporto PostScript (consigliato!).
  • Pacchetto hpoj: se si utilizza una HP Officejet, si dovrebbe installare anche questo pacchetto!
  • Pacchetto samba: se il sistema è collegato ad una stampante di rete utilizzando il protocollo Samba per l'appunto o se il sistema deve essere un server di stampa per i client Windows, allora dovete installare anche questo.
  • Pacchetto gutenprint: na raccolta di driver di alta qualità per stampanti Canon, Epson, Lexmark, Sony, Olympus, e PCL per l'utilizzo con GhostSscript, CUPS, Foomatic, e GIMP
  • Pacchetti foomatic-db, foomatic-db-engine, foomatic-db-nonfree e foomatic-filters: Foomatic è un sistema basato su database per l'integrazione di driver liberi di stampanti con spooler comune in ambiente Unix. L'installazione di foomatic-filters dovrebbe risolvere eventuali problemi se gli errori nei log riportano "stopped with status 22!".
  • Pacchetto hplip: Driver GNU/Linux per HP inkjet. Fornisce supporto per le serie DeskJet, OfficeJet, Photosmart, Business Inkjet ed alcuni modelli LaserJet.
  • Pacchetto splix: Driver Samsung per stampanti SPL (Samsung Printer Language).
  • Pacchetto ufr2: Driver Canon UFR2 con supporto per le stampanti serie LBP, iR e MF. Il pacchetto è disponibile su AUR, quindi per installarlo invece di pacman dovete usare yaourt!
  • Pacchetto cups-pdf: Un pacchetto che permette di configurare una stampante PDF virtuale e che genera un file PDF dai dati ricevuti in modo automatico.
Naturalmente per installare uno o più di questi pacchetti basta usare pacman.
Se non sapete quale usare o ne avete installato uno e la vostra stampante non funziona bene, potete sempre installarli tutti senza problemi di sorta.
Per farlo digitate da terminale:
yaourt -S ghostscript gsfonts gutenprint foomatic-db foomatic-db-engine foomatic-db-nonfree foomatic-filters hplip splix ufr2 cups-pdf samba hpoj

Una volta installato il software si passa alla configurazione.
Sul versante stampanti-USB c'è una diversa voce di pensiero, chi dice che sia necessario blacklistare il modulo usblp per farle funzionare correttamente, chi dice di no. Io vi mostrerò il procedimento per blacklistarlo, in caso abbiate problemi basta "annullare" i procedimenti che faremo di seguito. Ovviamente se dovete configurare una stampante Wireless (come la mia) non c'è bisogno di questo passaggio, valido quindi solo per le stampanti USB!
  • Aprite il file /etc/rc.conf (vi serviranno di permessi di root!).
  • Aggiungete nell'array MODULES il valore !usblp in modo che l'array sia tipo MODULES=(... !usblp ...) (con al posto dei puntini altri moduli!).
Tutti qui per quanto riguarda le stampanti USB.

Passiamo ora alle stampanti collegate sulla porta parallela (ne esisteranno ancora? XD).
Dobbiamo inserire dei moduli da caricare stavolta (e non da non caricare come fatto per le USB!).
Quindi stesso procedimento di prima, aprite il file /etc/rc.conf e all'array MODULES aggiungete i seguenti moduli lp parport parport_pc in modo da ottenere qualcosa di simile: MODULES=(... lp parport parport_pc ...) (con al posto dei puntini altri moduli!).

Adesso, qualsiasi sia il modello della vostra stampante, dobbiamo fare in modo che il demone CUPS si avvii in automatico all'avvio.
Per fare ciò apriamo il solito file /etc/rc.conf, cerchiamo stavolta l'array DAEMONS e aggiungiamo cupsd in modo da ottenere qualcosa di simile: DAEMONS=(... cupsd ...) (con al posto dei puntini altri demoni!).
Ora creiamo il gruppo lpadmin e aggiungiamoci il nostro nome utente. Per farlo da terminale digitate:
sudo groupadd lpadmin
sudo usermod -aG lpadmin USERNAME
con al posto di USERNAME il nostro nome utente.
Adesso modifichiamo un paio di cose nel file di configurazione di cups.
Aprite (con permessi da root) il file /etc/cups/cupsd.conf e cercate la voce "LogLevel" impostandola su debug (quindi avrete LogLevel debug).
Cerchiamo (sempre nello stesso file) la voce "SystemGroup" (di preciso dovrebbe essere SystemGroup sys root) ed aggiungiamo lpadmin alla fine (diventerà quindi SystemGroup sys root lpadmin).

Perfetto, fatto tutto ciò riavviamo il PC e adesso possiamo configurare la nostra stampante.
Sotto il menù Accessori (o Sistema) dovrebbe comparire il programma adibito per la nostra stampante (a me per esempio essendo una HP e avendo installato hplip, sotto il menù Accessori è comparso il software HP Device Manager da cui, seguendo le istruzioni, ho configurato la mia stampante wireless).
In caso però non compaia potete sempre usare una piccola utility, digitando da terminale:
sudo pacman -S system-config-printer-gnome
Adesso (di solito sotto il menù Sistema) avrete il classico software "Stampa" (o "Gestione Stampa" non ricordo di preciso) semplicissimo per configurare qualsiasi stampante. Ovviamente questa utility può andare bene su Gnome o Xfce, su KDE invece vi consiglio di usare il Centro di Controllo per configurare la vostra stampante.

Tutti qui, se avete problemi o volete maggiori info potete fare sempre riferimento alla pagina ufficiale della Wiki di Archlinux QUI.

giovedì 28 luglio 2011

PSPSDK da mirror sicuro su Ubuntu o Archlinux

Questa è la terza guida che faccio sul PSPSDK, stavolta però vi insegnerò come compilarlo per bene sotto Ubuntu e Archlinux usando dei mirrors sicuramente funzionanti (visto che quelli ufficiali spesso e volentieri sono down!).
Innanzitutto installiamo le dipendenze.
Su Ubuntu:
sudo apt-get install autoconf automake bison flex gcc libmpfr-dev libncurses5-dev libreadline-dev libusb-dev make patch subversion texinfo wget
Su Archlinux:
sudo pacman -S autoconf automake bison flex gcc mpfr ncurses readline libusb make patch subversion texinfo wget
Ora scarichiamo il psptoolchain digitando sempre da terminale:
cd ~
svn co http://psp.jim.sh/svn/psp/trunk/psptoolchain
Dopodiché dobbiamo editare alcuni degli script. Quindi sempre da terminale andiamo nella cartella script:
cd psptoolchain/scripts
E modifichiamo i seguenti file:
  • 003-pspsdk-stage1.sh
  • 006-pspsdk-stage2.sh
  • 009-psplinkusb.sh
Andando a sostituire (nei primi due file) la stringa:
svn checkout svn://svn.ps2dev.org/psp/trunk/pspsdk
Con questa:
svn checkout http://psp.jim.sh/svn/psp/trunk/pspsdk
Mentre nel terzo file (009-psplinkusb.sh) dobbiamo sostituire la stringa:
svn checkout svn://svn.ps2dev.org/psp/trunk/psplinkusb
Con questa:
svn checkout http://psp.jim.sh/svn/psp/trunk/psplinkusb
Per modificare i suddetti file basta usare un qualsiasi file di testo tipo gedit o nano.
Fatto questo dobbiamo aggiungere le variabili d'ambiente come già dovreste sapere, ossia da terminale digitiamo:
gedit ~/.bashrc
Ovviamente se usate un altro editor di testo sostituite a gedit il comando appropriato.
A questo punto ci si aprirà il nostro editor di testo con delle scritte al suo interno. Andiamo alla fine del file e aggiungiamo in ultima riga:
export PSPDEV=/usr/local/pspdev
export PSPSDK=$PSPDEV/psp/sdk
export PATH=$PATH:$PSPDEV/bin:$PSPSDK/bin
Chiudiamo l'editor di testo salvando le modifiche appena fatte al file.
Ora facciamo ricaricare le variabili dal sistema digitando nel terminale:
source ~/.bashrc
Adesso siamo finalmente pronti per lanciare l'installazione!
Da terminale diamo l'ultimo comando:
sudo ./toolchain-sudo.sh
Ci verrà chiesto di inserire la nostra password da root. Facciamolo e attendiamo pazientemente che il processo vada a compimento.
La durata cambia a seconda della potenza del PC che si sta usando, ma di solito varia dai 30 minuti fino alle 4 ore. Bisogna avere molta pazienza quindi! Inoltre assicuratevi di avere ventole efficienti perché ad esempio sul mio vecchio PC il sistema veniva spento prima che il processo potesse giungere a compimento a causa dell'impennata di temperatura della CPU.

lunedì 25 luglio 2011

EasyTAG: organizzare e editare i TAG della vostra collezione musicale!

Oggi niente guida, vi voglio fare una semplice segnalazione ;D
Avete bisogno di editare rapidamente i tag della vostra collezione di musica? Ora che anche Google offre un servizio di Music Clouding direi che una bella ordinata alla propria collezione musicale sia d'obbligo.
Per fare tutto velocemente e soprattutto facilmente (ma al tempo stesso professionalmente) basta utilizzare un programmino leggero leggero dal nome EasyTAG.
Grazie a questo programma avrete a disposizione un editor completo per la vostra collezione musicale con tanto di collegamento a database online da cui ricercare e impostare direttamente i tag dei vostri brani.

Potete scaricare il programma (o trovare ulteriori informazioni) da qui: http://easytag.sourceforge.net/
Una marea di screenshot (se volete farvi un'idea del programma ancor prima di scaricarlo!) li trovate invece qui: http://easytag.sourceforge.net/screenshots-gtk2.htm
Il programma è compatibile sia con Linux che con Windows.
Vi lascio infine dicendovi che, per installarlo su Archlinux senza dover scaricare e compilarsi nulla, basta dare un semplice:
yaourt -S easytag

venerdì 22 luglio 2011

XFCE: installare un gestore di archivi e integrarlo in Thunar

La prima cosa che sicuramente capiterà quando si utilizza un file manager è di confrontarsi con dei file compressi, i tanto conosciuti e diffuso archivi ZIP, RAR, 7zip, ecc...
Oggi vedremo come installare un gestore di questi archivi e come integrarlo nel menù contestuale di Thunar (file manager di default su Xfce!).
Per realizzare tutto questo basta dare 1 solo semplice comando da terminale:
yaourt -S thunar-archive-plugin file-roller tar gzip bzip2 zip unzip rar unrar p7zip arj lha xz lzop
Ecco fatto, adesso quando cliccate col tasto destro su un archivio (supportati TAR, GZIP, BZIP2, ZIP, RAR, 7z, ARJ, LHA, LZMA e LZOP) vi usciranno i comandi "Estrai qui" ed "Estrai in..." mentre quando cliccate col destro su un file (o un insieme di file) o una cartella comparirà il comando "Comprimi".
Tutto qui ;D

mercoledì 20 luglio 2011

Archlinux: installare e configurare Virtualbox

VirtualBox è un emulatore di macchine virtuali simile a VMware, ne possiede la maggior parte delle caratteristiche e in più ne aggiunge di nuove. E' costantemente in sviluppo e vengono aggiunte continuamente nuove funzionalità. Ad esempio la versione 2.2 ha introdotto il supporto all'accelerazione grafica 3D OpenGL sia per le macchine guest Linux che Solaris. Dispone di un'ottima GUI (QT o SDL) e di strumenti a linea di comando per la gestione delle macchine virtuali. Sono consentite anche operazioni senza un'uscita video (headless). Attualmente eseguire iTunes tramite VirtualBox è l'unico modo per effettuare la sincronizzazione di iPod Touch e iPhone con firmware 3.0+.
Detto questo vediamo come installarlo sul nostro Archlinux.
Innanzitutto dovete avere yaourt installato, dopodiché date da terminale:
yaourt -s virtualbox virtualbox-ext-oracle
Una volta finita l'installazione dobbiamo configurare un paio di cose.
Aggiungiamo il nostro utente al gruppo di virtualbox:
sudo gpasswd -a USERNAME vboxusers
Dove al posto di USERNAME ovviamente va messo il vostro nomeutente.
Ora compiliamo il modulo di Virtualbox per il kernel dando da terminale:
sudo rc setup vboxdrv
Dopodiché aggiungiamo questo modulo tra quelli da caricare all'avvio.
Da terminale diamo:
sudo gedit /etc/rc.conf
e nel file cerchiamo la stringa MODULES e inseriamoci l'appena compilato modulo vboxdrv in modo da ottenere qualcosa simile:
MODULES=(... vboxdrv)
dove al posto dei puntini ovviamente ci saranno eventualmente altri moduli.
Salviamo i cambiamenti e riavviamo il PC, oppure per caricare direttamente il modulo senza dover riavviare diamo da terminale:
sudo modprobe vboxdrv
Ora siamo pronti per avviare Virtualbox con già installato il supporto per le USB 2.0 ;D

lunedì 18 luglio 2011

XFCE: installare nuovi temi, icone e cursori

Se installate Xfce su Archlinux potreste trovare il vostro desktop un po' troppo "spoglio" di temi sia per quanto riguarda le finestre che, soprattutto, per icone e cursori.
Ma non c'è alcun problema, per ovviare a questa deficienza basta dare da terminale:
yaourt -S xfce-theme-albatross xfce-theme-bluebird xfce-theme-greybird xfce-theme-murrine-unity
per installare i temi delle finestre e del desktop.
Per i cursori invece basta dare sempre da terminale:
sudo pacman -S xcursor-vanilla-dmz xcursor-vanilla-dmz-aa xcursor-simpleandsoft xcursor-bluecurve xcursor-chameleon-anthracite xcursor-flatbed xcursor-grounation xcursor-jimmac xcursor-neutral xcursor-pinux xcursor-polar xcursor-premium
Infine per le icone io vi consiglio le ottime icone faenza che potete installare dando un semplice:
yaourt -S faenza-icon-theme faenza-xfce-addon
Adesso potrete modificare l'aspetto del vostro PC dalle impostazioni (sotto la voce Aspetto per temi e icone e sotto la voce Mouse per i cursori) oppure usando il tool lxappearance che vi permette di gestire tutto l'aspetto grafico del vostro PC in un'unica finestra.
Per installarlo basta dare da terminale un semplice:
sudo pacman -S lxappearance
E per avviarlo, dopo averlo installato, basta sempre dare da terminale:
lxappearance
Tutto qui ;D

domenica 17 luglio 2011

Archlinux: modificare la configurazione di SLiM

SLiM è l'acronimo di Simple Login Manager (semplice gestore di login). SLiM è un login manager semplice, leggero e facilmente configurabile, adatto per essere usato su piattaforme con poche risorse. SLiM è molto utile anche a chi vuole un login manager che non dipenda da gnome o kde, ed è perfetto per chi usa xfce, openbox fluxboc ecc.
Detto ciò se utilizzate SLiM come gestore d'accesso all'avvio sicuramente vi sarete posti almeno una volta l'obiettivo di volerlo configurare, cambiare lo sfondo, l'utente predefinito, l'accesso automatico o l'aggiunta di comandi per lo spegnimento, riavvio, ecc...
Ecco, adesso vi darò un paio di dritte.
Innanzitutto da sapere che non serve toccare nulla per avere a disposizione i comandi per spegnimento, riavvio, sospensione, ecc... infatti per poter fare una di queste azioni direttamente da SLiM basta inserire come username (seguito dalla pressione di INVIO) uno dei seguenti valori:
  • console -> apre il terminale di default (xterm).
  • halt -> spegne il PC.
  • reboot -> riavvia il PC.
  • exit -> esce da SLiM (e torna al bash).
  • suspend -> sospende il PC (di default però questa opzione è disabilitata!).
Detto questo vediamo ora come modificare le impostazioni di SLiM.
Per farlo basta editare un singolo file, ossia /etc/slim.conf.
Una volta aperto, ecco un paio di dritte su cose utili che potete modificare:
  • Attivare il comando di sospensione (decommentando la riga suspend_cmd, ossia togliendo il # davanti!).
  • Attivare il cursore sulla finestra di SLiM (decommentando la riga hidecursor)
  • Modificare il messaggio di benvenuto (modificando la riga welcome_msg)
  • Modificare i messaggi di spegnimento e riavvio (modificando rispettivamente le righe shutdown_msg e reboot_msg).
  • Impostare l'utente di default (decommentando e inserendo vicino la riga default_user il vostro nome utente).
  • Impostare la sola richiesta di password all'avvio senza richiedere anche l'immissione dell'username (decommentando la riga focus_password e impostandola su yes).
    Ricordo che questa opzione però richiede che abbiate impostato l'utente di default come descritto sopra!
  • Impostare l'auto-login, ossia non vi verrà chiesto né nome utente né password all'avvio (decommentando la riga auto_login e impostandola su yes).
    Ricordo che questa opzione però richiede che abbiate impostato l'utente di default come descritto sopra!
  • Cambiare il tema di default di SLiM (cambiando il valore della riga current_theme in uno a scelta, vedi sotto per maggiori spiegazioni!)
Adesso quindi, dopo una rapida occhiata a tutte le varie opzioni del file di configurazione di SLiM, analizziamo meglio come cambiare il tema di default.
Innanzitutto installatene di nuovi dando da terminale:
sudo pacman -S slim-themes archlinux-themes-slim
Fatto ciò troverete nuovi temi nella directory /usr/share/slim/themes/.
Per testarli (in modo da sceglierne uno) digitate in un terminale:
cd /usr/share/slim/themes/
ls
slim -p /usr/share/slim/themes/[NOME-TEMA]
Con ovviamente al posto di [NOME-TEMA] il titolo del tema che volete provare e che verrà elencato dal comando ls dato in precedenza.
Una volta scelto il tema fate come detto in precedenza, ossia aprite il file di configurazione /etc/slim.conf e alla riga current_theme cambiate il valore default con il [NOME-TEMA] prescelto!

XFCE: migliorare l'apparenza delle applicazioni GTK3

Come penso ormai tutti voi saprete, con l'uscita di Gnome3 quasi tutte le applicazioni più utilizzate (anche su altri desktop) sono migrate verso le nuove GTK3. Se questo non risulta essere minimamente un problema per chi appunto utilizza Gnome3, negli altri desktop invece accade che l'apparenza di queste applicazioni è davvero pessima, non essendoci temi appositi per GTK3.
Infatti dovete sapere che queste applicazioni GTK3 non utilizzano i temi di sistema se non sono su Gnome, per tale ragione appaiono davvero pessime (stile Windows 95).
Eccovi per esempio alcuni screenshot dell'ultima versione di Gedit avviato su Xfce (4.8):


Come vedete il tema GTK3 è davvero brutto e soprattutto nulla ha a che fare con quello prescelto per il proprio sistema.
Per migliorare un po' le cose non ci resta che installare un tema compatibile con GTK3 e impostarlo solo per queste applicazioni (quelle che usano GTK3 appunto).
Per fare ciò, date da terminale:
sudo pacman -S gnome-themes-standard
ln -s /usr/share/themes/Adwaita/gtk-3.0 ~/.config/
Tutto qui, adesso il vostro sistema rimarrà col tema prescelto mentre le applicazioni GTK3 adotteranno il tema Adwaita (ovviamente se a questo preferite un altro tema basta cambiarne il nome nel comando sopra con quello che volete!).
Esempio, lo stesso Gedit di prima adesso apparirà così:

giovedì 14 luglio 2011

Le reliquie di PSP-Cheats.it: guida completa alla Time Machine

Cos'è?
La Time Machine è un programma per caricare i Firmware precedenti e i Custom Firmwares dalla Memory Stick usando Pandora. E' simile al Devhook, ma funziona attraverso Pandora e gli ipl customizzati, e dovrebbe funzionare anche se la flash o la NAND o l'IPL della PSP è danneggiato.
La Time Machine è molto utile per avviare software che non era supportato prima, e può anche essere un modo di avviare la PSP anche quando il Firmware interno è danneggiato. Può anche essere utile per gli sviluppatori per testare i loro homebrew in Firmware differenti!

Attualmente la Time Machine può installare i seguenti Firmwares:
-1.50 Originale (può essere caricato solo sulle PSP Fat!)
-1.50 con qualche modulo hw del 3.40 (può essere caricato su entrambe le PSP, Slim e Fat!)
-3.40OE-A (può essere caricato solo su PSP Fat!)
-3.60M33 (può essere caricato solo su PSP Slim!).
I restanti Custom Firmwares verranno aggiunti in futuro.


Requisiti per usare la Time Machine:
-La Time Machine non richiede un particolare Firmware, solo una batteria Pandora!
Il boot della NAND con Time machine su PSP Slim richiede però almeno il 3.90M33-2 o superiore!
-L'installer della Time Machine richiede almeno il 2.71SE o superiore.


Istruzioni
-Copiare la cartella TIMEMACHINE nella directory /PSP/GAME/ e avviate il programma da PSP!
N.B.: Tutti i firmware possono essere installati indipendentemente dalla PSP (Fat o Slim) ma essi possono essere usati sono nelle PSP indicate dall'opzione


Spiegazioni delle opzioni disponibili nella Time Machine

-Opzione 1: Installare l'iplloader. Questa opzione installerà l'iplloader della Time Machine nella Memory Stick. The iplloader è molto piccolo, e non richiede che la MS sia stata in precedenza formattata col tool mspformat!
N.B.: Questo passaggio si deve fare per forza!!!

L'iplloader della Time Machine è un multi-iplloader che può caricare diversi ipl a seconda della configurazione trovata nel file /TM/config.txt (questo file sarà creato dall'installer della Time Machine!).

La configurazione di default è di caricare gli ipl secondo la seguente combinazione:
-1.50: Croce
-1.50 + 3.40 hw: Cerchio
-3.40OE-A: Triangolo
-3.60M33: Quadrato
-Pandora/Despertar del Cementerio 1...4 IPL: Su (Pad Digitale)
-Qualunque altro tasto: si avviarà il Firmware installato nella Flash.

Nota:
come detto prima, sulle PSP Slim, solo i firmware dal 3.90M33-2 in poi possono essere avviati da NAND! Nessuna versione precedente di CF o Firmware Originale potrà essere avviato dalla NAND quando avviate la PSP da una batteria Pandora a causa di una protezione Sony che deve essere bypassata dal proprio codice IPL della NAND.

Potrete modificare questa configurazione seguendo le istruzioni contenute nel file config_readme.txt che verrà scritto nella cartella /TM dopo aver installato l'iplloader.


-Opzione 2: Convertire un IPL pandora in uno in formato Time Machine.
Poiché l'IPL usato in Pandora e nei Despertar del Cementerio v1...4 NON sono compatibili con il formato IPL della Time Machine.
Questa opzione quindi è per quelli utenti che vogliono caricare la Pandora/DC1-4 con l'Iplloader della Time Machine.
Dopo la conversione, l'IPL convertito sarà localizzato in /TM/pandora.bin

Requisiti: l'IPL della Pandora/DC1-4 deve essere nella root della Memory Stick, chiamato "msipl.bin".
Questo file è scritto dagli Installer della Pandora o del DC1-4.


-Opzione 3: Installare l'1.50.
Questa opzione installerà l'1.50 che potrà essere avviato solo su PSP Fat.

Requisiti: l'eboot.pbp del Firmware 1.50 dovrà essere nella ROOT della MS nominato in "150.PBP".


-Opzione 4: Installare un Firmware ibrido 1.50 con moduli Hardware del 3.40 (per PSP Slim e Fat).
Questa opzione installare un firmware ibrido del 1.50 con alcuni moduli HW presi dal 3.40, cosicché questo funzioni anche su PSP Slim. E' molto utile per avviare la maggior parte di Homebrew per Firmware 1.50

Requisiti: gli eboot.pbp dell'1.50 e del 3.40 devono essere nella ROOT della MS rinominati in "150.PBP" e "340.PBP". Inoltre il 360.PSAR deve essere nella ROOT anche lui (per sapere cos'è il 360.PSAR leggi più sotto).

Dall'1.50 verranno estratti la maggior parte dei moduli, di soliti relativi al reparto "software".
Dal 3.40 verranno estratti alcuni moduli, relativi di solito al reparto "hardware".
Dal 3.60 infine verrà estratto solo il bios WLAN per il chip delle Slim.

Problemi conosciuti e considerazioni sul sistema 1.50+3.40hw
-Il reparto media (musica, video, etc) non funziona alla perfezione nella Dashbaord.
Si, certo, questo è noto ma nonostante tutto lo scopo di questo Firmware è di avviare Homebrew, mentre per la Dashboard è molto più utile usare un Firmware moderno.
-Il bug sul "video-codec" (che affligge filmati in PMF) accade solo su Slim.
Per qualche incompatibilità Hardware, questo bug non è stato ancora possibile risolverlo, quindi i video in PMF, incluso il GAMEBOOT, verrà riprodotto a scatti e tagliato su PSP Slim.
Questo accadrà anche nei giochi, quando si riproducono video.
Poiché i video PMPAVC usano questo video-codec, anche loro verranno afflitti dal suddetto bug.
I PMP normali (XviD) verranno riprodotti bene, poiché vengono decodificati dalla CPU.
-L'uscita con HOME presenta dei bug con strani colori su schermo.
Quando si esce con HOME da un homebrew o da un gioco, vedrete dei colori casuali alla fine del framebuffer.
Niente di importante comunque, anzi, dà anche un tocco stilistico accidentale...
-Il Sistema Operativo del PC potrebbe individuare la PSP SLim come una nuova periferica.
Questo è normale, PSP Slim ga un ID di prodotto differente ma l'USB Driver del Firmware 1.50 usa solo l'ID della PSP Fat.
Niente di grave, l'USB comunque funziona bene su PSP Slim.
-WLAN. Il WLAN sembrerebbe non funzionare, è stato testato per scaricare un update dal Network Update e usando PimpStreamer 2.01 per 1.50, senza risultati.

Comunque due cose sono raccomandate:
1) Spegni l'interruttore del WLAN per salvaguardare la carica della batteria.
2) Usa un IP e una configurazione DNS manuale.
Se non conosci la configurazione manuale del vostro router, basta fare una configurazione automatica con un Firmware maggiore e scrivere la configurazione ottenuta da qualche parte, in modo che possa essere riusata per la configurazione manuale su questo Firmware ibrido. Come normale nel 1.50, non c'è nessun supporto al WPA.

-Gli homebrew che usando qualche codice per patchare qualche modulo preso dal 3.40, non funzioneranno e probabilmente causeranno un crash della console. Questo è ovvio, essere sono stati creati per patchare moduli dell'1.50 e non di questo Firmware ibrido!


-Opzione 5: Installare il 3.40 OE.
Installerà il fimware 3.40OE che potrà essere caricato solo da PSP Fat.

Requisiti: gli eboot.pbp dell'1.50 e del 3.40 dovranno essere nella ROOT della Memory Stick nominati come 150.PBP e 340.PBP


-Opzione 6: Installare il 3.60 M33.
Questa opzione installerà il CF 3.60M33, che potrà essere caricato solo su PSP Slim.

Requisiti: il 360.PSAR deve essere nella ROOT della MS.
Poiché non c'è nessun eboot del 3.60 sul Web (la Slim è uscita già col 3.60 sopra!) il 360.PSAR è un file che deve essere creato su una PSP che ha il CF 3.60M33.

Come fare il DUMP del 3.60
Avviare il programma 360DUMPER (contenuto nel pacchetto della release) in una PSP con il CF 3.60M33.
Il risultato sare un file chiamato 360.PSAR che deve avere la dimensione e il md5 qui di seguito:
Dimensione: 18189502 bytes.
MD5: EAA13343C70D9B0337C75B295474C69A



Differenza tra un Firmware avviato con Time Machine e un Firmware nella Flash.

Di solito la Time Machine avvierà il Firmware o il Custom Firmware NON modificato, includendo i suoi originali bug critici .
Ci sono per alcune eccezioni:
-Nel 3.40OE un bug critico che riguarda il file di configurazione (config.se) è stato invece fixato nel Firmware avviabile da Time Machine!
-La luminosità sulle TA-086 è stata fixato per tutte quelle che avviano il kernel 1.50
-Il quarto livello di luminosità è stato attivato per ogni Firmware, anche se non ce l'hanno nativamente!
-Il signcheck è patchato e il firmware verrà scritto non-segnato, perciò potrà essere condiviso fra PSP differenti.
-Le Memory Stick da 8GB (e superiori) sotto compatibili con tutti i Firmware.
-Il Firmware ibrido 1.50+3.40hw può avviare anche gli eboot.pbp senza kxploited!
-L'USB con la Flash non funziona. Questo è normale, l'USB della FLash utilizza una periferica del blocco lflash, e nella Time Machine questa periferica non è necessaria e la sua implementazione portava a un danno. Basta usare l'USB normale con la Memory Stick poiché tanto il Firmware è lì (sulla MS!).


Altre considerazioni varie

-Di solito il Firmware avviato da Time Machine dovrebbe avere più memoria kernel libera di quello normale, poiché il module lfatfs è rimpiazzato dal core della Time Machine che dovrebbe usare meno memoria.
-Se ottenete da qualche parte (probabilmente nel browser internet) un errore 0x80010018, questo significa che ci sono troppi file aperti nella Memory Stick (com'è normale, visto che i driver della Memory Stick sono condivisi con quelli della pseudo-flash!).
Il core della Time Machine prova, comunque, a minimizzare al massimo l'apparizione di quell'errore.
-La Tima Machine lavora più velocemente se installate tutti i Firmware che possono essere usati solo dopo aver formattato la Memory Stick!
-Quando avviate con una batteria Pandora il Firmware interno, ricordatevi che potete sempre sostituire la batteria dopo la modalità Standby ma mai la MS, che invece serve per forza per riprendere la PSP dalla modalità Standby!
-Siate sicuri di distinguere sempre tra i bug della Time Machine e quelli dei CF OE/M33. Per esempio nel 3.60M33, se avviate le ISO con la modalità NO-UMD del Driver M33, la PSP freeza all'uscita dal gioco, ma questo è un BUG del 3.60M33, non della Time Machine!



FAQ (Domande più Frequenti)
-Cos'è caricato dalla NAND e cosa dalla Memory Stick?
Solo l'IDStorage è letto dalla NAND, tutto il resto, IPL e file della Flash, sono caricati dalla Memory Stick.
In futuro il caricamento dell'IDStorage dalla Memory Stick verrà pianificato come una opzione.
-Perché non è possibile fare un addon 1.50 per il CF 3.90M33 su PSP Slim se ora è possibile avviarlo come Firmware?
Attualmente, è solo possibile avviare questo Firmware ibrido 1.50+3.40hw in TOTALITA' sulla console.
Finora non è possibile farlo a causa di problemi relativi all'hardware della Slim.
Ci sono anche altri problemi di implementazione ma il problema relativo all'incompatibilità hardware è quello più critico.